Io non ho finito – Folletti League

Articolo tratto dal blog di Andrea Ferrari (andreaferrari.wordpress.com)

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#PensieriSparsi, domenica 8 aprile 2018

L’intenzione era di scrivere queste righe all’indomani della serata in cui io e chi aveva partecipato a questa splendida esperienza, abbiamo illustrato il progetto finito a tutti i soci del circolo fotografico “Renato Brozzi”  e dell’Associazione “I Folletti Onlus” che non avevano potuto partecipare.

La serata si era tenuta il 19 febbraio 2018 e io ne scrivo ora, quasi due mesi dopo, perché ho sempre bisogno di lasciare decantare le emozioni per poterne scrivere con un minimo di raziocinio, per selezionare gli attimi e poterli raccontare.

Ricordo che alla mattina successiva mi ero svegliato stanco e svuotato, la testa senza idee e una scarsa capacità di concentrazione. In testa un solo pensiero: la sera antecedente il progetto “Folletti League” era arrivato a quello che per me era l’unico finale possibile.

Durante quelle due ore avevo visto negli occhi delle persone intervenute, degli amici presenti, tutta l’emozione che alcuni di noi avevano avuto la fortuna di vivere realmente.

Il progetto “Folletti ed Eroi” che ora è ufficialmente “Folletti League” è arrivato a me per caso e per amicizia. 

“I Folletti Onlus”, che da ora chiamerò solo “Folletti” lo avevano proposto ad un amico comune, Fausto Accorsi e lui, subito entusiasta ne aveva parlato con me in modo che potessi coinvolgere i soci del “Brozzi”.

Tutto nasce da una chiacchierata in chat in una serata di metà agosto 2017, la visione del filmato in internet che aveva acceso la scintilla in Enza Salvati, presidentessa dei “Folletti” e fatta scattare la richiesta di supporto; quella sera stessa era arrivata la decisione: si, facciamolo, anche se complicato, totalmente nuova come esperienza e con problematiche da affrontare che non sapevamo pienamente valutare.

Si, ma facciamo cosa? Fotografie. D’altronde siamo un circolo fotografico. Fotografie a bambini in costume da supereroi.

Detto così farebbero sorridere tutti i dubbi, le paure e le incertezze che avevo dopo aver detto SI  all’iniziativa. Quali problemi potrebbe dare ad un gruppo di fotoamatori realizzare ritratti in studio a dei bambini? Nessuno, se non fosse che i bambini in questione erano pazienti del Reparto di Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Maggiore di Parma.

Se avete visto il video al link sopra, non dovrebbero stupirvi queste parole. Se prima non lo avete guardato per continuare a leggere, beh, fermatevi un attimo e andate a guardarlo. Con calma.

Fatto? Bene.

Io e gli altri soci che hanno deciso di prendere parte a questa avventura abbiamo realizzato proprio questa richiesta che Enza e i suoi “Folletti” voleva rendere reale: regalare una foto ai bambini in modo da mostrare i veri supereroi dei giorni nostri.

Si possono quindi capire le paure, i dubbi che avevo durante tutta la fase di preparazione, di pianificazione, di studio sulla realizzazione, sul come avremmo dovuto muoverci e operare.

Durante tutto l’autunno del 2017, da settembre quando abbiamo preso i primi accordi con i “Folletti” sino a metà novembre quando abbiamo iniziato le sessioni di ripresa, il mio unico pensiero era tutto deve svolgersi in un solo modo: professionale”, anche se noi non siamo professionisti e nessuno ci poteva preparare a quello che ci saremmo trovati ad affrontare.

Ma io non volevo un risultato inferiore a questo.

Non lo volevo per l’impegno che ci  avremmo messo. Non lo volevo perché delle persone si erano affidate a noi per la parte tecnica. Soprattutto non lo volevo per i bambini e per i loro genitori che avrebbero dovuto conservare un ricordo che gli avrebbe regalato un sorriso per sempre.

Per loro tutto doveva assolutamente essere perfetto.

Non è stato semplice pensare ad ogni eventualità possibile, anche perché abbiamo poi scoperto che prevedere era assolutamente imponderabile.

Al primo giorno, appena arrivati, abbiamo dovuto cambiare idee, impostazioni e adattarci alle esigenze che la vita di reparto e le condizioni dei bambini ci costringevano ad affrontare. Ma ci siamo riusciti e quelle due sessioni di ripresa, quelle due domeniche passate in compagnia dei bimbi, dei loro genitori, delle dottoresse e delle infermiere rimarranno impresse in ognuna delle persone che mi ha affiancato.

Ognuno di noi conserva momenti, parole e sorrisi che ci portano a vivere meglio anche il quotidiano a farci sentire, perché no, importanti per loro.

Alle sessioni di ripresa sono seguite le serate di post-produzione delle immagini, l’emozione di vedere le prime stampe vere e  il groppo in gola durante la consegna delle stesse in una mattina di gennaio.

Per me saranno indimenticabili le risate e le espressioni di stupore dei bambini quando si ammiravano nelle loro pose indossando i panni del loro supereroe preferito.
Era lo stesso stupore dei miei soci quando hanno visto i filmati ripresi durante le sessioni fotografiche.

Non dimenticherò le lacrime dei papà e delle mamme mentre osservavano i loro figli felici. Erano anche le stesse lacrime che rigavano i volti dei miei amici mentre il ritornello della canzone io non ho finito dalla serie televisiva Braccialetti rossi accompagnava le fotografie inserite nell’audiovisivo realizzato per raccontare il backstage e mostrare le immagini finali.
Purtroppo queste immagini non sono visibili per questione di privacy dei bimbi e per gli accordi presi con i genitori.

Di sicuro mi farà per sempre compagnia una frase che ci è stata detta da una infermiera durante la mattina del primo giorno di ripresa: voi non ci crederete ma è la prima volta che vedo quel bimbo ridere da quando viene in questo reparto.

Sono quelle parole che mi hanno spinto in queste ultime settimane a dire ad Enza, a Bea e agli altri “Folletti” che “SI”, il progetto DEVE andare avanti e io farò quello che mi è nelle possibilità perché anche in altri ospedali in cui loro già operano per dare un sorriso ai piccoli malati, si possano vivere e regalare queste emozioni.

Oggi posso anticipare che il progetto continuerà, che altri ospedali ci stanno concedendo la fiducia e stanno per aprire a noi le porte.
L’impegno è ripartito, il pensiero in testa è sempre lo stesso, che “tutto deve essere perfetto”A me so che si chiede l’attenzione a programmare ed organizzare nel migliore dei modi la logistica e la preparazione delle persone, mentre le fotografie saranno realizzate da chi ha veramente il talento per produrre gli scatti che riempiranno gli occhi di nuovi piccoli supereroi dei giorni nostri.
Questo ho promesso di fare e questo farò.

Per questo dico che IO NON HO FINITO.

Voglio ringraziare Enza, Luca e tutto il gruppo dei “Folletti”.
La Dottoressa Bertolini, primaria del Reparto di Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Maggiore di Parma e tutto il suo staff, gentilissimo e comprensivo con un gruppo di inesperti che si aggiravano per i loro locali.
Del Brozzi in particolare chi ha lavorato, sul campo o nel comparto grafico, alla realizzazione di questo piccolo sogno : Fausto Accorsi, Francesco Sandrini, Marco Freschi, Andrea Liberini, Federico Bertolini, Alessandra Diemmi, Monica Mari, Max Oppici, Sara Liberini, Elena Terenziani

So long
A.

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